sabato 22 giugno 2013

LA PRESA DI PEGASUS BRIDGE



 6 giugno del 1944, il giorno più lungo, come recita il titolo di un famoso film del ‘62.
In quel giorno gli alleati dettero il via all’operazione Overlord che avrebbe previsto lo sbarco in Normandia delle forze alleate nella Francia occupata. La più grande invasione anfibia della storia si consumò alle prime luci dell’alba con l’obiettivo di aprire un secondo fronte sul continente, alleggerire la pressione sul fronte dell’est e chiudere il Terzo Reich in una morsa da cui non si sarebbe più ripreso.
Le navi e lo sbarco furono accompagnate dalle divisioni aviotrasportate di Stati Uniti e Gran Bretagna.
La sera prima  alcune unita inglesi e americane di pathfinder vennero paracadute  dietro le linee nemiche per creare una sorta di presidio in punti chiave della Normandia e segnalare le zone di atterraggio.
L'operazione vera e propria iniziò con un massiccio lancio di paracadutisti sul territorio nemico, con l'obiettivo di conquistare i ponti prima che potessero essere distrutti dalla ritirata tedesca; presidiare difendere altri punti strategici e di annientare postazioni d'artiglieria che avrebbero ostacolato il grosso delle forze da sbarco.
I lanci dei paracadutisti furono, per la maggior parte, un disastro; l'inesperienza dei piloti in operazioni del genere, le condizioni meteo non perfette, il fuoco della contraerea nemica, i segnali a terra non sempre visibili e chiari, tutti questi fattori giocarono un ruolo fondamentale per la non perfetta riuscita della prima fase dell’operazione.
Una volta a terra molti paracadutisti si ritrovarono assai distanti dalle zone di atterraggio previste, isolati o in piccoli gruppi. In modo particolare l'82ª e la 101ª aviotrasportate, operazioni Detroit e Chicago, ebbero gravi difficoltà e toccarono terreno in aree della penisola del Cotentin che erano state deliberatamente allagate e rese paludose dai tedeschi proprio per ostacolare eventuali operazioni militari. Al momento dell'atterraggio si trovarono sparpagliate su un'area larga decine di chilometri. Dopo ventiquattro ore solo 3.000 uomini della 101ª erano riusciti a radunarsi. Molti parà continuarono a vagare da soli o in piccoli gruppi e a combattere dietro le linee nemiche per giorni.
Un battaglione dell'82ª, invece, riuscì ad occupare il villaggio di Sainte-Mère-Église per alcune ore della mattina del 6 giugno, dandogli il diritto di ritenersi il primo paese liberato nel corso dell'invasione. La lotta per il possesso dei ponti sul Merderet impegnò duramente i paracadutisti fino all'arrivo, tre giorni dopo lo sbarco, dei carri armati provenienti dalla spiaggia Utah.
I lanci di paracadutisti nella zona dell'Orne e del Douve finirono per mettere in stato d'allarme l'intera 7ª Armata che difendeva la Normandia, ma ancora alle tre del mattino sia il Gruppo di Armate B che l'OB-West erano convinti che le operazioni aviotrasportate in Normandia fossero solo una mossa diversiva. Il comando tedesco era convinto che lo sbarco sarebbe avvenuto a Pas de Calais dove, al contrario gli alleati avevano escogitato un piano per trarre in inganno il nemico ammassando finti convogli, finti mezzi ed una finta flotta dell'Operazione Fortitude nella zona di Dover in Inghilterra.
La 6ª divisione aerotrasportata britannica, operazione Tonga, fu la prima ad entrare in azione, dieci minuti dopo la mezzanotte. I suoi obiettivi erano la cattura del ponte sul fiume Orne e del Ponte Pegasus sul canale di Caen tra Ranville e Benouville, la distruzione di cinque ponti sul fiume Dives, a est della zona di atterraggio, e la distruzione di una batteria di cannoni a Merville. I cinque ponti sul Dives ed i cannoni vennero distrutti (si scoprì, tuttavia, che invece di quattro pezzi da 150, c'erano quattro pezzi da 75, impotenti contro le spiagge dello sbarco), mentre i ponti sull'Orne e sul canale di Caen vennero catturati e tenuti fino all'arrivo dei commando di Lord Lovat nel tardo pomeriggio del 6 giugno. L’Operazione Tonga ebbe luogo durante le prime ore del D-Day, sei ore prima che l’assalto marittimo cominciasse, e che avrebbe portato la 3ª e 5ª Brigata Paracadutisti in Normandia insieme ad un numero relativamente piccolo di alianti che portano il HQ di Divisione e molti cannoni anticarro.  Operazione Mallard venne fissata per la sera del D-Day, e avrebbe dovuto  portare un rifornimento di attrezzature della Divisione per la  fanteria della 6ª divisione.  Si riteneva che entrambi i ponti sarebbero stati minati e pronti per la demolizione, per cui era una priorità agire velocemente.  La più vicina DZ (area di rilascio) in cui gli atterraggi principali potevano prendere terra era a nord di Ranville, oltre un miglio ad est dei ponti.  Da qui ci sarebbero volute diverse ore alle prime truppe per raggiungerli, uno stato di cose che non era possibile accettare.  L'unica alternativa era un colpo di mano, un raid.  Un colpo di mano implica un piccolo approdo forzato,  direttamente nelle vicinanze degli obiettivi e cogliere con velocità e sorpresa le unita che presidiano gli obiettivi.  Paracadutisti non erano adatti a tale ruolo perché le modalità della loro caduta li avrebbe dispersi su una vasta area e quindi ci sarebbe voluto molto tempo per permettere loro di riorganizzarsi. L'attacco poteva essere eseguito solo con lo sbarco dei soldati con l’uso di alianti, ognuno dei quali poteva trasportare un plotone completo, e quindi in grado di entrare in azione in brevissimo tempo.
Il  colpo di mano doveva essere effettuata compagnia "D" rinforzata da due plotoni della compagnia "B" del 2 ° Oxfordshire e Buckinghamshire  fanteria leggera, che facevano parte della 6ª divisione aerotrasportata.
Questi uomini, che sbarcarono insieme con i genieri, che avevano il cui compito di eliminare cariche di demolizione dai ponti, dovevano essere i primi soldati britannici ad atterrare in Francia.
L’idea del blitz, comandato dal maggiore John Howard,  era quella di volare con sei alianti Horsa e prendere terra in due zone di atterraggio molto piccole, ciascuna situata nelle immediate vicinanze dei loro rispettivi obiettivi.  Con il vantaggio della sorpresa, il compito di queste unità era di prendere possesso dei ponti, eliminare  la guarnigione tedesca, e tenere i capisaldi contro contrattacchi fino a quando i rinforzi fossero arrivati.  Per quanto riguarda la battaglia per i ponti che stava svolgendo,  gli esploratori della 22ª compagnia paracadutisti indipendente, insieme con un piccolo gruppo di incursori paracadutisti, si sarebbero contemporaneamente distribuiti sugli obiettivi  denominati K DZ, la N, e V. I loro compiti erano di presidiare ciascuna di queste zone e in modo molto silenzioso e furtivo  mettere il loro beacon "Eureka" in atto per guidare la formazione principale degli aeromobili, che sarebbero arrivati mezz'ora dopo.Gli uomini della 5ª Brigata Paracadutisti  dovevano atterrare su DZ-N, a nord di Ranville, e quindi impostare uno schermo difensivo intorno ai ponti. Quelli del  7° Battaglione dovevano attraversare ad ovest del fiume Orne e fissare i villaggi di Bénouville e Le Port, mentre quelli  12° e 13° battaglione dovevano catturare  Ranville e una cresta a sud di essa.
La 3ª Brigata Paracadutisti doveva essere sganciata su K DZ e V. DZ-V a cinque miglia a est di Ranville, che era stata assegnata al 1° battaglione e al  9° battaglione canadese. Questi ultimi dovevano far tacere la batteria di Merville, mentre i canadesi, tra le altre attività, avevano quella di proteggere gli ingegneri della 3° Squadrone paracadutisti mentre distruggevano  i due ponti sul Divette e sui corsi d'acqua  a Varaville e Robehomme. Quelli  dell’8° Battaglione  dovevano atterrare su DZ-K, quattro miglia a sud di Ranville, da dove avrebbero dovuto scortare e proteggere un distaccamento di ingegneri verso il ponte Troarn e altri due a Bures.  Con questi obiettivi completati, la Brigata doveva  riorganizzarsi, ripiegare, presidiare e tenere sotto tiro la linea  dorsale che si estendeva dal bosco Bois-de-Bavent, a quattro miglia a sud-est di Ranville, fino ai villaggi di Le Plein e Le Mesnil a due km a nord-est di Ranville.
Diverse ore più tardi, dopo aver dato il tempo per i paracadutisti di spostare le loro aree di rilascio, gli alianti che trasportavano la divisione comando e tutti i cannoni anticarro del 4° batteria Anti-Tank con una truppa dal 3°Battaglione, dovevano arrivare a Ranville su LZ (Landing Zone) N, già DZ-N. Questa distribuzione avrebbe completato l’Operarion Tonga. Con la divisione in azione e tenendo premuto il fianco sinistro dell'area di invasione,  con lo sbarco all'alba della prima ondata truppe inglesi sulle spiagge alle 07:30, si sperava che a mezzogiorno del D-Day, i Commandos  della 1ª Brigata di Servizi Speciali  comandata da Lord Lovat  sarebbero arrivati a Bénouville, attraversare il fiume nel perimetro della Divisione, ed in seguito fissare il settore settentrionale della cresta e neutralizzare il nemico nella fascia costiera nella zona di Sallenelles e Franceville Plage.

La sera del D-Day, Operazione Mallard avrebbe avuto luogo e portare nella Brigata 6ª divisione aerotrasportata e la maggior parte delle attrezzature della Divisione, compresi i carri armati leggeri del 6 ° Reggimento Corazzato Airborne Reconnaissance e una batteria di artiglieria dal Reggimento 53 Luce.  La maggior parte della divisione erano trasportati in alianti per poter atterrare sulla LZ-N a Ranville, ma il resto sarebbe stato depositato su LZ-W, a due miglia a nord di Bénouville, una zona che sarebbe stata al sicuro nelle mani del 1° corpo nel momento in cui essi sarebbero arrivati.  Il resto della divisione sarebbe arrivato il secondo giorno dell'invasione attraversando il Canale della Manica per mare.
6 giugno 1944 ore 00.20, venne lanciata l'Operazione Tonga e fu la prima di una lunga serie di operazioni avviate nel quadro del piano Overlord. Tre alianti di compensato, tipo Horsa, dopo ever lasciato l’Inghilterra furono sganciati da un'altezza di 2000 metri. Essi trasportarono ciascuno 30 uomini del 2" battaglione di fanteria leggera d'Oxford del Buckinghamshire integrato alla 6ª divisione aerotrasportata, e si posarono sulla stretta striscia di terra che separava il canale dell'Orne, a meno di 50 metri dal ponte girevole di Bénouville. Questi componevano la compagnia D della 6ª divisione aerotrasportata guidati dai maggiore John Howard. Nell'aliante di testa, tutti cantavano a squarciagola i ritornelli cantati alcuni mesi prima, durante gli allenamenti. Al momento del contatto con la terra, a 150 km all'ora, i soldati si tennero sotto braccia. L'aliante si posò ad alcuni metri solamente dal ponte. Willy Parr, soldato inglese di 22 anni, testimonia "Il pilota era riuscito a posarsi a venti passi dal ponte e due sentinelle tedesche non si resero conto di niente e l'effetto sorpresa fu totale”. In soli dieci minuti il ponte venne preso questa fu la prima azione vittoriosa del giorno G. Il maggiore Howard fissò il posto di comando in un caffè-balera che apparteneva alla famiglia Gondrèe.   Gli uomini del maggiore Howard resistettero ai contrattacchi tedeschi e tennero il ponte fino all'arrivo dei rinforzi, che ebbero solo due minuti e mezzo di ritardo sulla tabella di marcia.
Questo ponte è oggi conosciuto con il nome di Pegasus Bridge, in ricordo delle truppe aerotrasportate britanniche il cui simbolo era Pegaso il cavallo alato.


Questa conquista viene annunciata alla BBC da un corto messaggio Ham and Jam" (Prosciutto e marmellata).

lunedì 10 giugno 2013

Modena Operation Squad

 Dal "nostro" Andrea da Modena con impeto........

Segue scarno rescoconto di quanto gli "è" accaduto:

"Io sono giunto all’appuntamento con mezz’ora di ritardo, perché non riuscivo a trovare il luogo dell’incontro: era scomparsa la frazione Virle di Rezzato e non c’era più la chiesa.Inoltre non abbiamo visto l’uscita dell’autostrada, così siamo proseguiti per una dozzina di chilometri (il doppio per tornare indietro) portandoci il più vicino possibile a Bologna".


Eravamo in tre del gruppo Cenomani, io ne ho affrontati due.


01. la manifestazione, triste, sotto le luci al neon

02. un particolare del tavolo di gioco

03. le coppe on l’elmo originale tedesco vinto ai dadi da Thomas

04. Thomas con elmo

05. Thomas burlone

Che tristezza di un' articolo, mi sembra di leggere il "Gazzettino dei Puffi"............
Alla prossima magari con qualcosa di più corposo.